Approfondimento

Published on Aprile 15th, 2012 | by Militant

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Crisi? Prevista da 200 anni, il capitalismo è fallito

Abbiamo sotto gli occhi una crisi mondiale che non cessa, anzi si presenta con sempre più frequenza, le ricadute danneggiano sopratutto l’europa “unita” a parole e sommato ai colpi di frusta dei Q.e (la compera da parte delle banche centrali di titoli malati e l’immissione di nuova moneta che fa balzare l’inflazione a livelli esorbitanti). Non c’è via d’uscita, il capitalismo è in un vicolo cieco e le mura si fanno sempre più piccole intorno ad esso. Che dire della vecchia europa? L’euro è forte, ma è totalmente assoggettato dal dollaro, wallstreet impera sulle borse europee, che peraltro sono a due velocità, e il divario ad ogni scossone aumenta, con madrid e Milano che si allontanano da Francoforte e anche la Parigi non si sente tanto bene.

Il sogno della finanza europea di eliminare i vecchi paesi ed unirli economicamente si allontana, non solo a causa del sistema capitalista in se stesso che non permette un eguale sviluppo e accentua le differenze tra nord e sud europa (ciò poteva anche essere accettato dai più) ma anche a causa dei rigurgiti nazionalistici e degli arretramenti economici che colpiscono anche la Francia (dopo la differenziazione dai Bund tedeschi dei BTp italiani e dei Bonos, adesso si scindono anche i titoli francesi, gli OaT). La Germania vede sempre più vicina la rovina del suo progetto finanziario egemonico. L’erogazione di liquidi della BCE verso le banche ancora non da risultati, le banche non vogliono utilizzare questi soldi, la crisi aumenta il rischio e preferiscono fare investimenti sicuri che gli consentano di guadagnare un minimo (si fa per dire!) senza rischiare ulteriori perdite. Ovviamente questi metodi sicuri che non fanno girare denaro, non permettono nemmeno una possibile ripresa dalla crisi, fanno aumentare lo spread, perché i titoli di stato non vengono comprati, e come un circolo vizioso il cane si morde la coda e la macchina capitalista arranca. Una guerra per rimpinguare le casse dei paesi che languono? Forse, se l’indebitamento USA regge un altra “missione di pace”. E se le banche riuscissero ad uscire magicamente dalla crisi e a far circolare tutto quel denaro erogato dalla BCE e in america si puntasse nuovamente la carta dell’acquisto da parte della Fed dei titoli americani? Come detto prima il colpo di frusta darebbe il colpo di grazia ai cittadini, che vengono sempre più divisi da un muro economico-sociale invalicabile, ora il confine tra ricchi e poveri aumenta, le classi che la borghesia moderna voleva spacciare per sorpassate tornano con più differenza dei decenni passati. 

Alla fine il capitalismo è sempre questo, pochi potenti e molti miserabili, e più aumenta la ricchezza dei potenti e diminuiscono più aumentano i miserabili. Per quanto ancora?

Ma cosa c’è al fondo della crisi finanziaria che abbiamo esaminato utilizzando e criticando i parametri “finanziari” utilizzati dalla scienza economica borghese?

La risposta ci viene fornita agevolmente dalla scienza economica “oggettiva”, non corrotta dagli interessi della borghesia imperialista che ha creato la teoria “liberista” per darsi uno schermo dietro il quale giustificare i suoi misfatti.

Oggettiva” necessità delle delocalizzazioni, dei licenziamenti, dell’abolizione di ogni garanzia per i lavoratori, precarietà, queste sono le infamie che vengono nascoste dietro la presunta “scienza” economica liberista, l’ UNICA che venga ormai insegnata nelle facoltà di economia, vere fucine di orpelli per mascherare la vergogna del sistema capitalistico imperialista.

E così oggi si preferisce ALL’UNISONO attribuire alle magagne di una parte del sistema finanziario internazionale quello che è in realtà lo sbocco inevitabile del sistema produttivo basato sulla legge economica del plusvalore, dello sfruttamento e della lotta selvaggia per una più alta competitività, da realizzare con macchinari sempre più automatizzati e con tempi di lavoro sempre più massacranti.

Solo che questo modello economico, che già da un secolo e mezzo è stato analizzato a fondo con oggettività scientifica, ad iniziare da Marx in poi, si è rivelato come inevitabilmente, PER PROPRIE CARATTERISTICHE INTERNE, destinato al blocco ed al crollo generalizzato.

Non potendo più generare profitto, come facilmente si evince dalla trattazione analitica della teoria marxiana, al fondo di quella che Marx chiama “CRISI GENERALE PER SOVRAPPRODUZIONE DI CAPITALI E MERCI” il sistema imperialistico mondiale ha una sola strada: DISTRUGGERE TUTTO. Nel corso della storia le grandi guerre hanno avuto il ruolo di grandi catastrofi pilotate per ottenere la distruzione generalizzata del sistema produttivo, e la possibilità di ripartire da zero.

Oggi mancano “purtroppo” i nemici contro cui scatenare la furia distruttiva. L’Iran è poca cosa, la Cina è lontana e serve ancora.

Serve una politica recessiva che acceleri al massimo la DISTRUZIONE IMPLOSIVA dell’ apparato produttivo.

Forse si comincia a comprendere perchè il gruppo Monti (sarebbe meglio chiamarlo gruppo Goldman Sachs) stia strozzando definitivamente i consumi delle masse popolari ed accelerando il processo di blocco della produzione.

I pochi massimi detentori dei capitali residui (per l’appunto Golman Sachs ad es.) potranno così acquistare per pochi dollari L’INTERO SISTEMA PRODUTTIVO RESIDUO e ripartire da zero con un nuovo ciclo economico.

FERMIAMOLI!

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