Published on Giugno 2nd, 2016 | by Militant
0Ambiente e marxismo
Leggendo le righe iniziali della Critica al Programma di Gotha, troviamo già una risposta efficacissima a chi critica Marx perché avrebbe ignorato le problematiche ambientali occupandosi esclusivamente del conflitto tra padroni e lavoratori: “Il lavoro – scrive Marx – non è la fonte di ogni ricchezza. La natura è la fonte dei valori d’uso (e in questi consiste la ricchezza effettiva!) altrettanto quanto il lavoro, che esso stesso è soltanto la manifestazione di una forza naturale, la forza lavoro umana”.[1]
La natura è, il punto di partenza per la realizzazione di valori d’uso, che assumono rilevanza nella società capitalista solo se si trasformano in valori di scambio, in merci, e ciò avviene mediante l’impiego di forza-lavoro umana da parte del capitale.
Nell’attuale società una parte degli uomini, la classe capitalistica, si è appropriata della natura e la tratta come cosa che le appartiene, costringendo gli altri uomini, che non posseggono nulla se non le proprie braccia, ad essere schiavi della classe che si è appropriata delle condizioni materiali di lavoro. Gli uni possono lavorare solo con il permesso degli altri, vivere con il loro permesso. I prodotti di questa combinazione entrano nel mondo dello scambio, circolano come capitale per valorizzare il capitale stesso, ed è in questo mondo che la loro origine naturale, la loro origine di valori d’uso, diventa del tutto marginale.
[1] K. Marx, Critica del programma di Gotha, Edizioni in lingue estere, Mosca, 1947, p. 16.
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