Approfondimento

Published on Luglio 2nd, 2012 | by Militant

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Analisi sulle componenti della borghesia italiana: Le lobby

C’è solo confindustria come grande calderone che riunisce le forze della borghesia italiana? No, ne le industrie sono le sole protagoniste che manovrano i giochi di potere in Italia, nuovi, si fa per dire, protagonisti sono le fondazioni bancarie, che dal 1999-98 con la legge n. 461/1998 e decreto applicativo n. 153/99 cominciano le fondazioni bancarie a diventare enti autonomi sotto Ciampi. In seguito con la legge finanziaria per il 2002 – esattamente con l’art.11 della legge n. 448/2001 i poteri di queste vengono diminuiti e cresceranno solo dopo aver dichiarato l’incostituzionalità di queste nel 2003 con le leggi 300 e 301 del 29 settembre, riacquistando autonomia e libertà di manovra. Passano gli anni e queste diverranno una componente sempre più forte nel sistema borghese italiano, nel 2006 Tremonti affermerà la loro fondamentale importanza nel sistema, saranno appoggiate anche dalla corte costituzionale e dalla corte di giustizia europea del Lussemburgo. Ad oggi lavorano per la formazione di una fondazione bancaria europea, dopotutto tutte le borghesie nazionali sembra si stiano riunendo sotto l’egida europeista. Loro prossimo obbiettivo è la de-tassazione come in Francia. Le fondazioni vogliono sostituirsi al walfare statale, Giuseppe Guizetti afferma che si affiancano e non li sostituiscono, ma in realtà con il progressivo decrescimento del walfare statale che si verifica ogni anno, questa contrazione, porterà inevitabilmente ad un maggior potere delle fondazioni statali e della loro ingerenza nello stato e affari politici e poi alla sostituzione totale. Sono passi avanti che si avranno per eliminare futuri servizi pubblici che diverranno servizi privati e ovviamente verrà richiesto qualcosa in cambio (modello amricano, sanità pubblica distrutta, scuola privata smantellata; università pubblica mediocre). Il loro progetto per creare alloggi a canoni ridotti a quelle fasce deboli che non sono abbastanza deboli per avere case popolari ma che non posso permettersi case normali sarà un nuovo modo epr assoggettare il pubblico al privato, nonché per mancare maggiormente la differenza tra case normali (ormai per ricchi benestanti) case mediocri per poveri e fascie deboli(tali alloggi) e in fine baracche (case popolari, che certament andranno a ridimensionarsi anche loro). Guizetti cerca anche di ammorbidire le funzioni dell’economia finanziaria volendola ridurre ai suoi “fattori positivi” ed eliminando quelli negativi, una speranza tanto fantastica quanto impossibile, dato che vorrebbe dire avere la botte piena e la moglie ubriaca. Ma tutto ciò per affondare all’obbiettivo che sembra accomunare tutta l’A.F occidentale, quella di rendere l’UE unita non solo monetariamente ma anche economicamente, creare perciò un grande stato confederato o federato europeo, totalmente al di fuori dell’utilità popolare e invece utilissima per smantellare gli ostacoli che si frappongono al libero mercato e quindi al profitto a causa della differenza legislativa e finanziaria dei diversi paesi (ovviamente in questo grande stato confederato le differenze economiche non verrebbero risolte portando un ipotetica Grecia al passo con la Germania, ma piuttosto assoggettando totalmente i apesi periferici a quelli centrali e creando un polo finanziario europeo più compatto e forte che possa assicurari migliori profitti finanziari).La loro ingerenza aumenterà con la messa a disposizione di 6 milioni di euro, che l’Acri sta raccogliendo proprio in questi giorni. Intendiamo finalizzare queste risorse verso iniziative puntuali e mirate, con una particolare attenzione al sostegno dell’economia locale, la cui tenuta è fondamentale per l’occupazione e la ripresa di quei territori, necessaria per l’Italia stessa. Ciò aumenterà il suo potere politico e sociale. G.g cerca anche di far vedere le fondazioni come enti benefici che hanno impedito allo stato di utilizzare i soldi dei contribuenti, come fatto in USA, germania ed ora Spagna, per farsi carico dei rpoblemi delle banche. Ma invece è scontatissima l’accusa di voler detenere il potere nel sistema bancario italiano e di non far ingerire lo stato, poiché ancora lo stato e la società italiana non sono assoggettate come in USA ai voleri delle lobby e fondazioni bancarie e perciò ancora sarebbe dannoso una sua ingerenza (la prova di questo sono gli ostacoli fatti alle fondazioni contro la legge Ciampi). In futuro quando anche lo stato italiano sarà assoggettato al privato ed alle fondazioni bancarie, il sistema USA potrà essere applicato. La doppia faccia delle banche, imprese e organismi sociali, sono la perfetta fusione per garantire profitto e aumentare il potere del privato nel sociale. Cerca di minimizzare il controllo delle fondazioni sulle banche, come se ciò che dice, la nomina di amministratori e l’approvazione dei bilanci, fossero cose da nulla, mentre sono la testa di una banca, e come se il loro ruolo di investitori sia minimo quando invece è fondamentale per il controllo di un impresa, più quote si possiedono e ragionevolmente più l’opinione dell’azionista vengono rpese in considerazione, è economicamente naturale! Infine G.g si tradisce da solo, affermando che solo una minima parte di profitti è indirizzata al pubblico, per cercare di velare l’ingerenza forte delle fondazioni, non solo viene da chiesersi che tipo di operazioni finanziarie vengano poi esercitate di contro (che ci siano lo conferma lo stesso G.g) e come queste non contribuiscano ad aumentare i fattori negativi dell’economia finanziaria in cui sono immischiati, ma anche che tipo di associazioni no-profit sono quelle associazioni che reinvestono nella finanza e possiedono quote bancarie.

**La mozione finale del Congresso di Bolzano indicava che le Fondazioni devono avere una funzione strategica, ovvero fungere da banchieri d’affari sociali, con il compito e la capacità di scegliere in maniera lungimirante i settori in cui intervenire con le erogazioni, studiando e proponendo iniziative intorno a cui aggregare altri soggetti, pubblici e privati. Spingeva a fare passi in avanti nella governance e nell’organizzazione, rafforzando gli organici, acquisendo un’autonomia operativa più piena, con strutture funzionali e profili professionali più congruenti con le finalità da perseguire.(Ibidem)

***Lo affermiamo in modo chiaro e forte: la legge Ciampi non va toccata! Semmai la priorità è che il Parlamento finalmente approvi la riforma, auspicata, della disciplina delle persone giuridiche private, affinché le nostre Fondazioni siano naturalmente ricomprese nel corpo unico proprio degli enti non lucrativi di cui al Titolo II del Libro I del Codice Civile, superando così definitivamente la loro specialità giuridica.(Ibidem)
****Le attuali banche italiane di fatto sono “figlie” della legge “Amato”, che promosse la trasformazione degli enti creditizi pubblici in “società per azioni operanti nel settore del credito” E se la privatizzazione delle grandi banche pubbliche si è concentrata nella seconda metà degli anni Novanta, per quanto riguarda le Casse di Risparmio e le Banche dei Monti di credito su pegno il processo di trasformazione cominciò subito, per perfezionarsi anch’esso negli anni successivi e concludersi sul finire del decennio, con la legge “Ciampi”.

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