Published on Giugno 22nd, 2012 | by Militant
0Coscienza borghese e coscienza comunista
Marx nel “18 brumaio di Luigi Bonaparte” scriveva: “Gli uomini fanno la propria storia, ma non la fanno in modo arbitrario, in circostanze scelte da loro stessi, bensì nelle circostanze che essi trovano immediatamente davanti a sè, determinate dai fatti e dalla tradizione.
La tradizione di tutte le generazioni pesa come un incubo nel cervello dei viventi e proprio quando sembra ch’essi lavorino a trasformare se stesi e le cose, a creare ciò che non è mai esistito, proprio in tali epoche di crisi rivoluzionaria essi evocano con angoscia gli spiriti del passato per prenderli a loro servizio”. Questo richiamo di Marx, che pur si riferisce alla Rivoluzione francese, è assai importante come chiave di lettura del triste epilogo del disastroso corso che affligge il popolo greco.
La tradizione nella coscienza di un popolo ha un peso che può rivelarsi determinante in certi contesti. Di fronte al materializzarsi di “ciò che non è mai esistito” nuovi rapporti sociali, socialisti, forte è la spinta, che deriva dalla pratica sociale del passato, ad affidarsi alla falsa ricostruzione della realtà storica, alla falsa coscienza, al mito. Essa contribuisce a frenare l’acquisizione di una coscienza rivoluzionaria e si serve di uno strumento più efficace della dittatura, la democrazia borghese, con i suoi parlamenti, i suoi riti schedaiuoli. La democrazia è la forma più consona all’attuale concentrazione imperialista a livello europeo e mentre le condizioni oggettive proiettavano il popolo greco verso l’avvenire, la sua immaturità lo faceva precipitare nel passato. Marx, disse Engels, diede la moderno proletariato “la coscienza della propria situazione e dei propri bisogni, la coscienza delle condizioni della propria liberazione”.
La passione di Marx per la lotta rivoluzionaria era anche consapevolezza scientifica dei fattori di arretramento che possono emergere nel corso di una lotta radicale e persino rivoluzionaria. In questo contesto i comunisti si caratterizzano per coerenza e fermezza, senza farsi trascinare dalla politica del giorno per giorno, alla ricerca di successi tanto facili quanto vacui. I tempi della rivoluzione sono ben altra cosa dal policantismo borghese e opportunista, in Grecia come ovunque il capitalismo mostri la sua irreversibile decadenza.