Politica Estera

Published on Settembre 8th, 2015 | by Militant

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La fine di Tsipras

Le dimissioni di Tsipras simboleggiano la fine rovinosa del percorso trasformistico che ha portato il “radicale di sinistra” Tsipras a sposare apertamente le posizioni e gli interessi della Troika, dei capitalisti, degli oppressori.
Alle masse popolari greche il “sogno” Tsipras ha lasciato in mano ancor meno delle briciole. Tagli, privatizzazioni, impoverimento bestiale hanno rappresentato un vero e proprio muro contro cui il popolo greco ha sbattuto la faccia.
Parallelamente si è sgretolato il fronte di quanti avevano creduto di trovare in Tsipras una sorta di nuovo Bolivar, di liberatore dai problemi decennali in cui si dibatte la cosiddetta “sinistra” in Italia, alla ricerca di una via d’uscita (ma  sempre e comunque – mi sia consentito di aggiungere –   nell’ambito del riformismo). Ma proprio il riformismo è il grande sconfitto in tutta Europa: l’epoca delle scorciatoie, della ragionevolezza, delle compatibilità è definitivamente tramontata e ciò vale con particolare forza in Europa.

L’alternativa? L’ha indicata con forza, coerenza, tenacia rivoluzionaria il Partito comunista  greco, il KKE, fuori dagli eclettismi di Syriza, del suo leader e dei suoi balbettanti oppositori, dimostrando che con gli interessi del capitale non vi può essere mediazione, che occorre uscire dall’UE, opporsi al pagamento del debito, uscire dal terreno minato in cui la Troika ha posto le masse popolari greche.
Siamo convinti che tanti compagni in Italia non mancheranno di rivedere la “scelta di campo” operata – in tanti momenti anche con toni fideistici – a favore di Tsipras e sapranno leggere con maggiore criticità ed equilibrio le posizioni rivoluzionarie dei comunisti greci.
Perché, davvero, il KKE può diventare per tutti noi un fecondo laboratorio di idee per costruire l’opposizione radicale al capitalismo nelle condizioni drammatiche in cui viviamo.

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