Comunicati antifascismo

Published on Settembre 10th, 2019 | by Militant

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Qual è il vero antifascismo?

Di: Fronte Militante per la ricostruzione del partito comunista (QUI l’originale)

Le reazioni alla chiusura dei profili facebook di stampo neofascista danno la misura del carattere decadente, inconcludente, ed anzi dannoso, di un certo antifascismo.

I più hanno fatto richiamo, festanti, a quel poco che gli resta per sentirsi politicamente vivi: la Costituzione, già morta e sepolta da un pezzo, totem di una dittatura capitalistica “dal volto umano” che appartiene al passato.
Altri addirittura hanno fatto appello a sbirri e magistrati perché si uniformassero all’antifascismo di … Zuckerberg!
Ma i fascisti non sono un problema giudiziario, sono un problema “militare” cioè di difesa – meglio ancora, di riconquista – di agibilità politica.
La presenza fascista è sempre più grave ed invasiva e non riguarda solo le bande di Casa Pound e Forza Nuova. La diffusione fra strati semi e sotto proletari dell’ideologia fascista – nelle sue svariate declinazioni organizzate – è dovuta più all’assenza di una politica antagonista, all’assenza dei comunisti, che a un reale pericolo per “l’ordine democratico”.

Il fascismo oggi vive e prospera grazie all’assenza di una reale alternativa organizzata, avanza sulle rovine di una sinistra “di governo” che ha fatto disastri e i cui capi – da Ferrero a Rizzo, da Bertinotti a Fratoianni – ancora hanno il barbaro coraggio di riproporsi.
Oggi le istituzioni su cui si basa la dittatura del capitale non corrono pericolo. Il fascismo non serve nell’immediato ai padroni. I corpi repressivi dello Stato godono di ottima salute e la dittatura dei mercati non è minimamente messa in discussione.
Il fascismo di oggi non si pone nemmeno come antagonista della democrazia. Se Casa Pound fa appello alla Costituzione, la Meloni e Salvini scendono in piazza a difesa delle regole democratiche violate.
In fondo i fascisti chiedono solo di sedersi nei salotti buoni, di essere loro a fare da garanti per il funzionamento “efficiente” dell’economia capitalistica. E questo è il metro che misura il fallimento dell’antifascismo costituzionalista e legalitario, che a furia di predicare la conciliazione degli opposti interessi in nome della democrazia, si ritrova adesso prigioniero di quella legalità che ha sempre invocato.

La risposta al fascismo non sta nell’appellarsi alle regole, ma nell’infrangerle, non sta nel convincere le masse che non esistono nemici (ma, al più, avversari) ma che i nemici esistono eccome. E sono quelli che hanno in mano i mezzi di produzione, che macinano, rendono animalesca e priva di senso, la vita di milioni di sfruttati, di emarginati, di diseredati.
La risposta politica al fascismo sta nell’agire da comunisti, nell’organizzare la conflittualità contro il sistema, nel superare un sistema democratico che è diventato una gabbia per la maggioranza e un lusso per un infima minoranza.
Questa, e non altra, è la questione fondamentale.

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