Vietato l’uso dei simboli comunisti

Il parlamento europeo ha approvato una mozione che vieta l’uso dei
simboli del comunismo, chiedendo la rimozione dei monumenti che
celebrano la liberazione ad opera dell’Armata Rossa ed equiparando il
comunismo al nazifascismo.
535 parlamentari, eredi di paesi (e
schieramenti politici) che hanno saccheggiato, depredato, compiuto
genocidi, che hanno prodotto il massacro di due conflitti mondiali, e di
imperialismi bestiali, eredi di collaborazionisti dei
nazisti e fascisti ed oggi fautori del più spregevole razzismo e della
più rivoltante fognatura socialdemocratica, si arrogano il diritto di
condannare il comunismo.
Non si tratta tanto della storia passata,
quanto delle paure future. Il tappo che opprime le coscienze degli
sfruttati rischia di saltare e il comunismo, ben al di là della sua
attuale consistenza organizzata, è il pericolo vero da fermare,
demonizzandolo.
Gli scagnozzi parlamentari del sistema si illudono.
La rabbia degli sfruttati, proprio perché organizzata dai comunisti,
spazzerà via quel che resta del loro traballante sistema sociale.
E
quella falce e martello che intendono esorcizzare tornerà non solo nei
loro incubi ma nella realtà dello scontro di classe, per farla finita
con il dominio di classe dei padroni e dei loro giullari parlamentari.