Politica Interna

Published on Febbraio 25th, 2014 | by Militant

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Napolitano a Catania? No, basta con le promesse

Spezzare la coesione sociale contro Napolitano, Renzi e i padroni!
Una visita del tutto inutile quella di Napolitano a Catania, per i lavoratori e gli studenti a cui dispenserà la solita dose di false promesse finalizzate a rabbonire gli animi e a creare consenso verso l’attuale forma della dittatura di classe rappresentata dall’asse Renzi-Confindustria, nato sotto la sua sponsorizzazione.
Napolitano getta fumo negli occhi dei disperati, crea illusioni, svolge, in fin dei conti, il mestiere per il quale è pagato.
Non trascura però di minacciare  apertamente l’opposizione sociale contro il potere di padroni e banchieri.
Recentemente si è fatto promotore del “più severo richiamo al rispetto della legge”, allarmato perché “categorie, gruppi, persone, possono farsi coinvolgere  in proteste indiscriminate e in una contrapposizione totale alla politica e alle istituzioni”.
La politica e le istituzioni, aggiungiamo noi, che non ci appartengono ma che sono espressione organica della classe dominante di cui tu sei il garante. Napolitano aggiunge: “Le più elaborate previsioni internazionali per il 2014 segnalano un rischio diffuso di tensioni e scosse sociali – originate dalle regressioni e dalle crescenti diseguaglianze subite in questi anni – in modo particolare nel nostro Continente. Un rischio che deve essere tenuto ben presente e fronteggiato in Italia”.
Da questo punto di vista Napolitano, e la sua visita a Catania, sono estremamente utili perché richiamano la necessità di lottare per aumentare le “scosse sociali”, per intensificare la lotta di classecontro la dittatura del padronato e dei suoi governi.
Napolitano è un esponente dell’ancien régime, difende il sistema sociale in decomposizione, che agonizza travolto da problemi che non sa e non può risolvere.
Sta a noi lavorare per dare la spallata finale al sistema capitalistico.
Ma, per ottenere il nostro scopo, occorre spezzare la “coesione sociale”, la subalternità politica e culturale verso il sistema,  e impegnarsi nella lotta, non certo nelle suppliche e nelle preghiere.
E’ questo il messaggio che lanciamo a tutti gli sfruttati, a partire dai lavoratori della Micron che ancora si attardano a chiedere i favori del “sovrano”.
L’epoca delle concessioni è finita, resta la lotta, unica vera arma in possesso della classe oppressa.

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