Politica

Published on Novembre 29th, 2017 | by Militant1

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Ex OPG-Potere al popolo: la nuova frontiera dell’opportunismo riformista!

Vogliamo parlar chiaro. E lo facciamo senza pregiudizio alcuno, ma dopo aver analizzato attentamente l’esperienza di ex OPG di Napoli, che sembrerebbe volersi dare una caratterizzazione nazionale sotto la sigla “Potere al popolo”.

1) Nulla di nuovo sotto il sole.

Gli ultimi decenni hanno prodotto nel mondo giovanile l’esperienza aggregativa dei centri sociali. Un fenomeno caratterizzato dal presupposto di essere spazi organizzati “dal basso”, come territori “liberati”, forme di autorganizzazione e di aggregazione che hanno prodotto una diaspora di migliaia di giovani, prima aggregatisi alle più disparate e particolari rivendicazioni sociali, per poi rifluire ed allontanarsi ancor più dalla militanza politica. Di quelle esperienze generate “dal basso” ma egemonizzate “dall’alto”, è rimasta la carriera istituzionale di ex leaderini come Farina, Caruso, Casarini e altri arrivisti vari, impostisi politicamente approfittando della sconfitta del movimento comunista.

Quelli che si presentavano come i campioni dell’antagonismo, hanno usato la sua stessa spinta per inserirsi nei meccanismi del parlamentarismo borghese, rappresentando la smentita più clamorosa del movimento dei centri sociali, rendendolo funzionale al sistema dominante. Trasformando i “centri sociali” in una forma di contenimento della rabbia e della voglia di cambiamento, che sono state incanalate entro uno sterile ambito ribellistico, fine a se stesso, agevolmente controllato dal potere dominante.

2) Compromessi con le istituzioni.

Evitando di fare il benché minimo bilancio politico di questo rovinoso percorso, ecco riproporsi, in versione peggiorata, una tale esperienza. Vediamo “come”.

Nel documento di ex OPG – Potere al popolo del 17 settembre è scritto: “non facciamo comodo a nessuno. Anzi chi ci governa, dall’Europa al più piccolo paese ci vorrebbe far sparire”.

Davvero? Ma non è forse il sindaco di una grande città come Napoli che, con la delibera di Giunta Municipale n. 446 dell’1 giugno 2016, ha messo sotto la sua ala protettiva ex OPG (ed altri)? Talvolta la fretta di elaborare slogan a buon mercato gioca brutti scherzi e rimuove dalla memoria anche il passato più recente!

Il prezzo da pagare, in cambio della “riserva per indiani”, protetta dalle autorità comunali napoletane, è stato quello di scelte votate al parlamentarismo e all’istituzionalismo. Come si può dimenticare il sostegno elettorale dato al magistrato De Magistris? E il tentativo di embrasson nous con Falcone e Montanari, difensori zelanti della Costituzione borghese, in nome di un’Italia indifferentemente “proletaria” o “borghese” ma “generosa”? (Qui ci riferiamo alla lettera di ex OPG a Falcone e Montanari).

La differenza di classe tra capitalisti e sfruttati, che è cardine per comprendere le contraddizioni della società in cui viviamo, viene rimossa del tutto. Ed anzi, indipendentemente dalla propria collocazione di classe, sia borghesi che proletari possono convivere, purché “generosi” soggetti dell’Italia che vuole cambiare.

La generosità rappresenta il requisito fondamentale per venire a patti e costruire “una lista di sinistra unita alle prossime elezioni”. Quest’ostinazione elettoralistica la dice lunga sugli intenti di tale ceto politico interclassista, totalmente interno alle istituzioni borghesi.

3) Il fine è nulla, il movimento è tutto.

Ex OPG-Potere popolare annuncia “una grande rottura teorica e pratica” che si traduce nello slogan “prima fare e poi parlare”. Ne sarebbero stati entusiasti quei capiscuola del riformismo che, che già un secolo fa, affermavano che “il fine è nulla il movimento è tutto”. Uno slogan che ex OPG-Potere al popolo propone in una versione “modernizzata”, ma che non riesce a nascondere limitati e secondari contenuti, che si fermano al contingente incapaci di riflettere un’analisi scientificamente valida della realtà in cui vive, che si chiama capitalismo, con il suo portato di alienazione e oppressione senza fine. La politica assistenzialistica, tipica di tali progetti, è miope perché incapace di indicare come si supera l’attuale stato di cose. Ed è quindi incapace di incidere sulla struttura del sistema. Con la politica del “fare” – riformista – fine a se stesso, con la politica del giorno per giorno, dove si insegue l’agenda politica scritta dalla classe borghese, si resta in balia degli eventi e si diventa non organizzatori di lotte emancipatorie, ma una funzione della disgregazione politica del movimento per la trasformazione, perpetuando il dominio della classe capitalistica.

4) Un programma socialdemocratico e interclassista.

La conseguenza di tutto questo è una proposta politica riformista. Gli aspetti essenziali sono: richiesta dell’elemosina “pubblica” nell’economia, rispetto di diritti sindacali e salariali residuali e marginali , lavoro precario garantito e pseudo-controllo popolare sulle istituzioni.

Opg-Potere al popolo ripropone, cioè il mito della riformabilità del capitalismo, come prospettiva politica. Il “nuovo che avanza” agita un new deal keynesiano – impossibile nell’attuale crisi del capitalismo – come soluzione ai problemi delle masse popolari.

Si tratta di un vecchio inganno, propagandato per tutto il secolo scorso dalle forze riformiste e revisioniste. Un inganno che la storia ha smentito. In primo luogo, perché l’intervento pubblico, durante la grande crisi capitalistica del 1929, non ha risolto proprio nulla. E’ dovuta servire una guerra distruttiva, come il secondo conflitto mondiale, per rilanciare l’accumulazione capitalistica attraverso l’intervento pubblico finalizzato alla ricostruzione e che ebbe come conseguenza il contenimento delle lotte dei lavoratori, che si ponevano l’obiettivo di costruire una società socialista, sotto la spinta del socialismo sovietico.

E’ ancora possibile parlare di intervento pubblico nell’economia o è completamente fuorviante?

Oggi il capitalismo è tornato alla sua normalità, fatta di una crisi senza fine, che consegue al suo declino e di un massacro sempre più pesante nei confronti delle masse popolari. Tutto ciò rende irrealizzabile ogni progetto riformista.

Nonostante ciò ex OPG – Potere al popolo rivendica, nel suo programma, “rispetto dei diritti sui posti di lavoro, democrazia sindacale, maggiori salari, lavoro”, cioè continua a proporre una via gradualistica e riformistica al cambiamento.

E la presa del potere? Ha un senso, una prospettiva credibile, chiedere riforme quando queste sono diventate strutturalmente incompatibili con il sistema capitalista? Quando le stesse forze riformiste sono state protagoniste dello smantellamento dei diritti sociali?

Non si sono resi conto che è il capitalismo ad essere diventato incompatibile con qualunque ipotesi di riforma sociale? Che nessuna delle questioni fondamentali può essere risolta entro il capitalismo? A partire dalla disoccupazione, dai diritti sociali e sindacali, dalla difesa dei territori e dell’ambiente fino ad arrivare al futuro dei giovani: nessuna ma proprio nessuna di queste questioni può trovare soluzione entro il capitalismo.

Anzi, ognuna di esse può essere affrontata efficacemente solo rompendo, in modo rivoluzionario, con il capitalismo, la sua economia, le sue istituzioni e tutti quelli che con essi sono collusi e compromessi.

La crisi del sistema capitalistico, con i suoi effetti devastanti sulle masse popolari ci impone di affrontare la questione dell’alternativa politica e sociale, denunciando senza mezzi termini tutti i progetti di falso cambiamento, di sterile borbottio, del “fare” -….- tutto quello che non disturba realmente la classe al potere. Ed in questo campo rientra il progetto ex Opg – Potere al popolo.

Se vogliamo conquistare le masse alla prospettiva del cambiamento la soluzione non è quella di proporre, ancora una volta, illusioni di tipo riformista, ma di far comprendere che l’unica prospettiva credibile di cambiamento è quella dell’alternativa rivoluzionaria, quella di una società dove la classe lavoratrice prenda in mano il proprio destino e con esso la direzione dell’economia e della società.

Red Militant

Coordinamento Comunista Campano Proletario ML

Coordinamento Comunista Livorno-Versilia per il marxismo-leninismo

Rivista Punto Critico



    
    

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