Comunicati

Published on Gennaio 29th, 2015 | by Militant

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Tsipras: il bluff è già finito

Mentre erano ancora in corso le operazioni di spoglio delle schede, l’enfant prodige della sinistra riformista mostrava il suo vero volto ufficializzando la coalizione di governo con la destra xenofoba e reazionaria.
La soddisfazione degli ultimi epigoni del riformismo italiano (Vendola, Rifondazione e compagnia bella) è stata presto sommersa dagli entusiasmi delle destre di tutta Europa. Da Marine Le Pen a Nigel Farange, alla Lega Nord fino a Alternative fur Deutcheland abbiamo assistito ad un’esplosione di entusiasmi sovranisti e rossobruni per l’affermazione elettorale di Syriza.
La fogna della reazione e della conservazione riconosce in Tsipras il proprio modello.
Al posto del vecchio impresentabile PASOK con un’abile operazione di facciata la borghesia greca ha trovato il proprio referente politico, capace di vendere illusioni, salvo poi trovare consensi tra i banchieri (a partire da Merriil Linch) e nei centri di comando del capitalismo internazionale.
Tsipras è un leader che si guarda bene dal mettere in discussione l’UE, la Nato e la legittimità del pagamento del debito gigantesco che opprime il popolo greco aprendosi a improbabili negoziati con Bruxelles; inoltre Tsipras non si pone minimamente il problema di rompere gli assetti proprietari che vedono schiacciate le prospettive di vita delle masse popolari greche.
Nonostante di appelli al “voto utile” (per chi, chiediamo noi? Per la borghesia e solo per essa!) i comunisti greci hanno rifiutato un embrasson nous con i neo-riformisti, tenendo la barra dritta su una politica rivoluzionaria e alternativa a quella della classe dominante, riuscendo ad aumentare il numero dei consensi elettorali e dei parlamentari.
Nel complimentarci con i compagni del KKE per il buon esito della loro campagna elettorale facciamo nostra la loro dura opposizione al governo delle illusioni e degli inganni, delle facili promesse (ai lavoratori) e dei compromessi deteriori (con banchieri e capitalisti).
E’ il caso che anche in Italia i comunisti ritrovino le ragioni della loro battaglia di trasformazione sociale, sbarazzandosi di tutti gli arnesi, vecchi e nuovi, del riformismo.

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